Una situazione familiare complessa. A causa della presenza di un altro fratello con disabilità. Due figli con disabilità complessa e disturbi del comportamento sono diventati difficili da gestire da parte dei genitori che per anni si sono suddivisi i compiti di assistenza e cura dei due ragazzi.
Una responsabilità enorme, soprattutto perché Chiara ha una vitalità e una forza fisica che non la fanno mai stancare. Ma accanto a questo dimostra di avere delle potenzialità enormi, tanto da integrarsi subito con gli altri ragazzi e gli operatori del Serafico. Chiara, che oggi ha 19 anni, è stata accolta al Serafico a novembre scorso.
Nel corso della sua vita ha sviluppato un linguaggio verbale che, se stimolato nel modo corretto, riesce a farla esprimere in modo chiaro. A casa si erano intensificati i momenti di agitazione psico-motoria di difficile gestione da parte dei genitori anche per la presenza di un altro figlio disabile. Da qui la decisione, condivisa con i servizi del territorio, di inserirla in una struttura.
Prima nella sua regione di origine, poi al Serafico dove sono presenti ragazzi della sua età e con patologie simili. “Quella che abbiamo iniziato a novembre e che va avanti ancora oggi è una fase di osservazione e di creazione di un rapporto di fiducia per capire le sue aspettative, i suoi desideri, il suo carattere e i suoi gusti.
Per tutti noi è indispensabile conoscere a fondo ogni bambino e ragazzo che ci viene affidato. E’ solo in questo modo che possiamo individuare quale attività educativa affiancare al percorso riabilitativo necessario durante il ricovero. Abbiamo però notato da subito un aspetto molto importante: Chiara qui è serena”. Chiara ha fatto emergere subito il suo carattere e le sue predisposizioni, accettando di cambiare i suoi rigidi schemi. “E’ molto attiva e sportiva, non sta mai ferma. Per questo di sicuro il suo piano individuale prevedrà delle attività sportive che possono spaziare dal padel al nuoto alle camminate”.
Intanto partecipa in modo attivo al laboratorio di teatro, dove si lascia guidare dagli educatori per esprimere le proprie emozioni. Solo il tempo dirà se lo sport per il quale è tanto predisposta potrà essere svolto negli spazi del Serafico o se Chiara sarà in grado di vivere queste esperienze nelle strutture sportive del territorio, a contatto anche con altre persone. “Il nostro compito è proprio quello di canalizzare questa sua energia anche quando usciamo, senza che si distragga a causa del contesto che la circonda”. Nel corso di questi mesi passati nella residenza sono emersi anche altri gusti e predisposizioni. Chiara adora tutto ciò che è legato alla cura del corpo, “ama mettersi lo smalto”, ed è molto brava nelle autonomie, come ad esempio nel mettere in ordine gli spazi comuni. “Ama la musica e cantare. Adora Giorgia”.
Gusti che devono fare i conti con il suo perenne stato di iperattività che le impedisce ad esempio di stare seduta se non per pochi minuti. “Stiamo capendo come incanalare le sue energie per permetterle di controllare questo stato di agitazione continuo”, spiegano ancora gli operatori.
Per lei si sta usando una strategia specifica. “Ogni volta che porta a termine un’attività strutturata pensata per lei, in cui si impegna senza lasciarsi distrarre, viene premiata con un’immagine di Ladybug, che lei adora. Premi da “conquistare”: un’uscita settimanale al bar dove, in modo autonomo, può scegliere cosa prendere”.
Lavoro che sta dando i primi risultati. “Anche se il percorso è solo agli inizi abbiamo notato già dei miglioramenti”. Come quello di vivere appieno e con più serenità le visite dei suoi genitori, veri e propri momenti di affetto e condivisione. “Ci siamo trovati davanti una famiglia pienamente collaborativa. Si affidano e accettano i nostri consigli. Un riscontro che ovviamente ci stimola ad andare avanti in questo cammino che sappiamo essere lungo”.
Ma l’obiettivo è chiaro: “Lavorare con un metodo multiprofessionale fino a trovare la strada migliore. Tutti insieme vogliamo metterla a suo agio e aiutarla a stabilire delle relazioni con noi e i suoi compagni. Per poi passare alla fase successiva che è quella della socializzazione anche fuori dalla casa del Serafico”.