Sandra Cicuttin: la sua storia al Serafico
Terapista occupazionale al Serafico dal 2004, aiuta i ragazzi ad acquisire indipendenza nelle attività del quotidiano.
Cresciuta in California da genitori italiani, Sandra Cicuttin ha una laurea di secondo livello in terapia occupazionale, una figura che in Italia è stata riconosciuta a livello legislativo nel 1997 pur essendo già praticata da numerosi operatori nel settore.
Molto più lunga, invece, la tradizione negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa. “Il mio lavoro consiste nell’utilizzare le strategie più utili, grazie ad attività e modalità terapeutiche, per raggiungere il massimo dell’autonomia in persone disabili, adattando anche l’ambiente alle esigenze degli assistiti”.
Il principio dal quale tutto nasce, quindi, è quello per il quale deve essere l’ambiente ad adattarsi al ragazzo. “Lavoro su progetti di autonomia che possono essere quelli legati al vestirsi, al mangiare o al poter uscire”. Una figura che richiede numerose e trasversali competenze.
“L’arrivo al Serafico ha rivoluzionato il mio modo di lavorare perché sono passata dall’interagire con adulti con disabilità acquisita (in conseguenza di un danno organico post-traumatico o per l’insorgenza di patologie neurodegenerative) a farlo con bambini con disabilità congenita, con conseguenti limitazioni alla capacità di apprendere e sviluppare risposte adattive normali”. Anche il passaggio da ambienti ospedalieri all’istituto è stato rivoluzionario, ma Sandra Cicuttin ha capito subito che la chiave di volta nell’esperienza al Serafico sarebbe stata solo una: la relazione. “Ero abituata a lavorare con obiettivi a breve termine mentre qui ho voluto capire come fare la differenza.
Sono passata da un approccio basato sulla quantificazione a uno che nasce e progredisce con le relazioni perché nessuno dei nostri ragazzi è misurabile”. Quindi alle competenze si sono aggiunte creatività, adattamento e rapporti. “Mi sono rimboccata le maniche perché ho capito che il mio bagaglio andava usato in modo del tutto diverso”.